E non esita a sacrificare i suoi membri, se questo significa sopravvivere.
Mi spiego.
Il buon nome della famiglia, la maschera di facciata, la spinta a tenere vivo il nucleo, per l’albero, ha più importanza dei singoli membri.
Infatti, in ogni famiglia “che si rispetti” ci sono persone dimenticate, escluse, non considerate, oppure che si autodistruggono. Ti sei mai chiesto perché?
Sono le pecore nere. Sono quelli che si fanno carico del dolore di tutti, affinché gli altri, quelli ben visti, possano continuare a vivere.
E quindi abbiamo persone che si drogano, che si ammalano, che impazziscono, che se ne vanno, che uccidono, che vengono violentate nel silenzio assordante degli altri componenti della famiglia che, a volte arrivano addirittura ad accusarli di mentire spudoratamente.
Che non sia successo niente.
Ma soprattutto, l’esperienza della maggior parte delle persone è di non sentirsi amati.
Una madre che non ama i suoi figli, che li picchia, li umilia, li giudica pesantemente.
Un padre assente, incapace di provare ed esprimere affetto, che tradisce.
Moltissime persone, quando entrano nei nostri gruppi di lavoro, pensano di essere le uniche a soffrire per queste dinamiche e che non possono parlarne con nessuno, perché nessuno le capisce veramente.
Poi si guardano intorno e con quell’enorme sorpresa sul viso, si rendono conto di avere molti più fratelli e sorelle nella sofferenza che nell’albero genealogico.
Si accorgono che queste esperienze sono più comuni di ci che avessero mai potuto immaginare e cominciano a parlarne con gli altri, a far sudare il dolore sulla pelle fino a tirarlo fuori tutto.